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Formazione del personale: il motore della pulizia industriale efficace e sicura

Scritto da Geicos group
il 16 settembre, 2025

In un contesto produttivo sempre più complesso, la pulizia industriale è un fattore che incide su sicurezza, qualità del prodotto, continuità operativa e reputazione. Per le figure decisionali, investire in formazione significa trasformare procedure di cleaning in processi affidabili, misurabili e sostenibili, riducendo i costi di non qualità e i rischi di fermo impianto. La normativa italiana e gli standard di gestione confermano questa centralità, così come studi che collegano questo know-how a migliori risultati di sicurezza e business.

 

Perché la formazione è una leva strategica

La formazione in materia di salute e sicurezza è un obbligo di legge (art. 37 del D.Lgs. 81/2008) e deve essere comprensibile, verificata e aggiornata. È un investimento che abilita comportamenti corretti, uso consapevole di prodotti e attrezzature e un approccio preventivo ai rischi.

A livello europeo, l’EU-OSHA evidenzia il “business case” della salute e sicurezza: programmi efficaci riducono infortuni e costi indiretti (assicurativi, medici, assenze, perdita di produttività), con impatti positivi sulla performance complessiva.

Un dato utile per i decisori: le aziende con un sistema di gestione della salute e sicurezza certificato sotto accreditamento registrano mediamente un calo degli infortuni del 22,6% per frequenza e del 29,2% per gravità (fonte: INAIL). La formazione è tra i pilastri che rendono questi sistemi effettivi.

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La pulizia industriale ha un alto impatto su qualità e continuità

Procedure di cleaning non corrette possono generare contaminazioni, scarti, non conformità a standard di settore e rischi per gli operatori. Per questo, oltre agli obblighi generalisti, gli standard di gestione chiedono evidenze di competenza e aggiornamento continuo del personale (ISO 45001, clausola 7.2).

Nel cleaning si usano spesso miscele chimiche e attrezzature specifiche: le schede di sicurezza (SDS), richieste dalla normativa UE (REACH/CLP), sono fonte primaria per definire contenuti formativi concreti su pericoli, DPI, stoccaggio, compatibilità e risposta all’emergenza.

Per la qualità del servizio, lo standard EN 13549 offre raccomandazioni per sistemi di misurazione della qualità dei servizi di pulizia: allineare la formazione ai requisiti di misurazione aiuta a trasformare i protocolli in indicatori controllabili (audit, check-list, KPI).

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Competenze di un addetto alla pulizia industriale

Competenze tecniche
  • Conoscenza di prodotti e materiali: pH, compatibilità, tempi di contatto, corretto dosaggio;
  • Uso sicuro delle attrezzature (lavatrici industriali, sistemi a vapore, idropulitrici, robot/AGV di cleaning);
  • Lettura delle SDS, scelta e uso dei DPI, gestione di sversamenti e rifiuti.
Competenze procedurali
  • Applicazione rigorosa di SOP e piani di sanificazione per reparti diversi (produzione, utilities, magazzini);
  • Tracciabilità: registri, check-list, evidenze fotografiche, eventuale integrazione con QMS/EAM.
Competenze trasversali
  • Comunicazione con produzione, manutenzione e qualità
  • Attenzione ai dettagli;
  • Responsabilità su sicurezza e ordine (5S).

Il quadro europeo del settore cleaning sottolinea inoltre il ruolo di percorsi di upskilling e dell’allineamento tra imprese e lavoratori (dialogo sociale EFCI/UNI Europa) per sostenere qualità, professionalità e transizione verde-digitale.

 

Progettare percorsi formativi che funzionano davvero

1) Analizza dei fabbisogni

Mappa rischi e attività per linea, area e turno. Identifica gap di competenza e criticità ricorrenti (non conformità, near-miss). Collega la formazione a obiettivi misurabili (es. riduzione tempi di cambio, calo rilavorazioni, meno incidenti).

2) Personalizza per contesto

Non esistono “corsi copia-incolla”: prodotti, superfici, asset e vincoli (HACCP, cleanrooms, ATEX, ecc.) cambiano da sito a sito. Co-progetta moduli per mansione e reparti, integrando policy aziendali e standard di riferimento (ISO 45001 per competenze/documentazione).

3) Scegli metodi didattici efficaci
  • On-the-job e simulazioni per addestrare gesti, tempi e verifiche;
  • Microlearning (pillole brevi, quiz, job aid) per richiamare frequentemente i punti critici;
  • Sessioni periodiche di refresh: “poco e spesso” batte “tanto, una volta sola”, se progettato bene.
4) Prevedi valutazioni e follow-up
  • Verifiche di apprendimento (test, osservazioni strutturate, walk-through);
  • Indicatori di outcome: non solo “ore erogate”, ma impatti su sicurezza, qualità e OEE (integrazione con audit EN 13549 dove applicabile).

Ricorda sempre che non basta aumentare le ore. Evidenze recenti in settori ad alto rischio mostrano che più ore, se mal progettate, non si traducono automaticamente in meno incidenti; serve qualità del processo formativo e trasferimento sul lavoro.

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Quanto vale nel tempo la formazione continua

La formazione è efficace se diventa abitudine organizzativa. Nei sistemi certificati, dove competenze e riesami sono strutturati, gli infortuni calano in modo significativo: un segnale che training, procedure e controllo si sostengono a vicenda dentro un SGSL maturo. Per i decisori, questo significa proteggere persone e margini.

 

Il ruolo di Geicos Group

Supportiamo le aziende industriali con soluzioni di lavaggio personalizzate, progettate e costruite su misura per le esigenze produttive di ogni cliente. Ogni macchina nasce da un’attenta attività di consulenza tecnica, in cui vengono analizzati componenti, contaminanti, materiali e flussi produttivi per definire l’impianto più adatto in termini di prestazioni, sicurezza e sostenibilità.

A completamento della fornitura, Geicos offre anche una formazione operativa dedicata al personale aziendale, mirata a garantire un utilizzo corretto e sicuro delle lavapezzi installate, ottimizzando così l’efficienza dei cicli di lavaggio e la manutenzione ordinaria.

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